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Morte, e Demonio, poi con tutti gli altri torna all'

Inferno.

SCENA 4. Adamo folingo narra come gli animali, é tutte l'altre cofe hanno cangiato forma, e coftumi, per il fuo peccato, & amaramente lo piange.

SCENA 5. Le fere feguendofi, & amazzandofi tra loro, mettono gran terrore ad Adamo & Eva che perciò fi

nafcondono.

SCENA 6. Apparifcono ad Adamo quattro moftri cioè, Fame, Sete, Fatica, e Defperatione, e la Fame gli dice, che mai queiti da lui partiranno.

SCENA 7.

La Morte minaccia di troncare la vita ad Eva, & Adamo, e fubito il Ciel turbato con tuoni, faette, grandini, pioggie, e venti, gli spauenta.

ATTO QUINTO.

SCINA I. La Carne tenta Adamo, e trouandolo titrofo, gli moftra, come tutte le cose sentono amore.

SCENA 2. Lucifero s'aggiunge, alla Carne, e tenta di perfuadere Adamo a congiungerfi con effa; fingendofi Adamo celefte.

SCENA

SCENA 3. Adamo con l'agiuto dell' Angelo fuo cuftode fupera la Carne & Lucifero.

SCENA 4. Il Mondo narra le fue grandezze, e ciò che faranno gli huomini per l'oro, e s'apparecchia per tentar Eva.

SCENA 5. Il Mondo propone ad Eva tutte le fue pompe, e gli fa apparire un vago, e ricco palazzo d'oro.

SCENA 6. Dal palazzo del Mondo ufcito un choro di Donzelle, con molti ornamenti vogliono ornarne Eva, ma alla voce & precetto d'Adamo reftano confufe, & il tutto fparifce: onde il Mondo minacciando ad Adamo, chiama contra di lui tutti gl'Infernali Moftri.

SCENA 7. Lucifero, Morte, Mondo, e chori di Diavoli, s'apparecchiano per far violenza ad Adamo, e combattere con Dio.

SCENA 8. L'Archangelo Micaele, con chori d'Angeli, combatte con Lucifero, & i chori di Demonii, & fuperati gli fcacciano fino all' Abiffo.

SCENA 9. Adamo & Eva riverifcono l'Archangelo Micaele, e da lui fono confolati & afficurati, che per la penitenza loro, an dranno a goder in cielo on de per allegrozza gli angeli cantano lodi a Dio, della vittoria, & felicità dell' huomo, per l'immenfa pieta & Amor divino.

VOL. II.

3 R

THE

THE lovers of Paradife Loft will, we truft, be enter tained with having an opportunity of seeing how greatly and judiciously our fublime and divine poet has heightened and improved any the least hints or images, he has been fuppofed to have taken from this ancient drama, copies of which are extremely fcarce and uncommon: and therefore a specimen of the versification is fubjoined. Not that it can be imagined, that the copious, comprehenfive, and creative mind of Milton, fo rich in the ftores of nature, could condefcend to be a meer barrower, as Voltaire would infinuate: nor can we affent to the opinion of that critic who fays, "that the poetical fire of Milton glows like a furnace, kept up to an uncom mon ardour by the force of Art."

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ATTO QUARTO, SCENA QUINTA.

ADAMO. Doue men fuggo ahi laffa, oue m'afcondo?
Corri ne le mie braccia,

EVA.

E chi ha infieme peccato

Sia da le fere infieme anco fbranato.

Ahi ch' ogni fcampo è fatto

Varco di morte, a chi di vita è indegno.
Pur di quell' antro in feno

Sommergiamoci Adamo.

ADAMO. Laffi partiro al fin, ma gia non partoro
Da l'Huomo le ruine, il duol mortale :

Strane

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Strano cafo infelice, il rifo piange,
L'allegrezza sta mesta;

Hoggi la vita more.

Quanto m'affligo Adamo,

Ahi quanto piango ò Cielo,

Quanto fofpiro ò Dio, quanto m'accoro
Nè fon viva, ně moro.

ADAMO. Ma quai ruggiti horrendi

L'aer fa rimbombar fremer le valli ?

MORTE. Tu pur fufti, o vil Donna,
Che prima mi chiamafti

Con voce di peccato

Sin dal Tartareo ofcuro.

Tù tù putrida carne, e poca terra,

Quefto terribil moftro.

D'offa humane contesto

A rimirar le ftelle hoggi chiamafti.
Hor, che vuoi? di? favella,

Stanca fè de la vita?

Ecco la falciatrice, ecco la falce

Che la luce à lafciar hoggi t'invita.

Gia con occhio lincèó

Scorgo mirando la futura etate

Ch'al mio nome, a quest' armi à l'empietate

Trofei s'ergon funefti.

Ma, che non finiran qui le ruine

Chà tè minaccia il Cielo; alte fuenture

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T'appreft'anco l'Inferno,
Colme d'horror fi grande;

Ch'io che la Morte fono

Bramo morir, per non mirarle in volto:

Gia tu fè reo di morte,

Già tua stanza è l'Inferno,

Fatto rubello al tuo Fattor fuperno.

ADAMO. Ahi lagrime, ahi dolore

Ahi crudo peccatore.

EVA. Ahi dolente, infelice

Eva gran peccatrice.

ADAMO. Ahi, che s'annera il Cielo, ahi che ne toglie Com' indegni di luce ogni fua luce.

EVA.

Ma qual tofto nel Ciel s'auuina, e more,
Fiamma, ch' abbaglia, e ferpeggiando fugge
Fatta ferpe di foco?

Ahi, che fin non hauran quì del Ciel l'ire
Ne conuien pria morire.

ADAMO. Deh qual rimbombo là fù in alto afcolto? Forfe con fimil voce

Ne difcaccia dal Mondo, il Cielo irato,

E ne condanna de l'abiffo al fondo?

Quante faette, ò quante

Atterran felue, e bofchi, è quanti, ò quanti

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