Abbildungen der Seite
PDF
EPUB

maniera di accordare in diversi numeri i nomi, e i verbi, come questi fossero assolutamente posti, è propria della Lingua, e molto usata, dice il Bartoli (a), il quale molti altri esempj ne allega. Ma non è per tanto questa maniera si propria della volgar nostra lingua che non fosse da' Latini altresì usata, e da' Greci, presso a' quali era nominata Enallage. come da Gramatici fu osservato.

[ocr errors]

(4) Ristretti in se stessi, e raggruppati. (5) Ermogené e Longino commendano sopra tutte l'altre quelle metafore, le quali attribuiscono senso alla cose, che ne son prive. Dante fu nell' uso di queste preclaro: e così dice in questo luogo: Aspettando, che il calor gli tocchi; in iscambio di dire, Aspettando che si riscaldino un poco: come nella sua Cantica dell' Inferno avea pur detto, a cagion d' esempio, Dove il Sol tace, per. Dove non è il Sole.

(6) S invecchiaro, cioè scemarono di vigore, si dimagrarono ec. e non intende l'Autore di tempo; ma è metafora, che s'usa pur oggi, dicendo d' uno divenuto per alcun accidente disfatto, e smunto, che si è invecchiato. Tale infatti è la significazione dell' Ebraica voce Balu, che S. Girolamo rese però ottimamente così: Le ossa mie si sono consunte.

(7) Il Testo Latino Dum clamarem tota

(a) Tort. e Dirit. n. 108.

die.

2

e da

die, è stato variamente dagl' Interpreti spiegato. Teodoreto seguitato dal Bellarmino altri, lo ha inteso, come se Davide detto aves se: Poichè io tacqui perseverando nel mio peccato; però non rifinando io di gridare per un vero sentimento di penitenza, le mie ossa si sono consunte. All' opposito i Santi Girolamo, e Agostino lo hanno spiegato, come se Davide a vesse ivi voluto dire: Poiché io tacqui perseverando nel mio peccato, le mie ossa si sono estenuate per le continue inquietudini, e rimorsi; ed io senza riflettere alla cagion de' miei mali andava scioccamente tutto il giorno mettendo querele', e gridori. Dante ha seguitata questa seconda interpretazione, che è la più naturale, anzi la vera, atteso il Contesto. Nè solamente a prevenirla vi ha premessa quella similitudine di chi teme il gelo, molto bene adattata; ma vi ha aggiunto, Come fan gli sciocchi: perchè questi in verità si affannano, e gridano, senza tuttavia aver ricorso a gli opportuni rimedj.

[ocr errors]

(8) Così nel suo Poema, di chi è uscito faor del pelago alla riva, con non dissimil maniera disse: Si volge all' acqua perigliosa e guata. (9) Vuol dire, che la confessione del suo peccato sarà sincera, non nascondendolo, non iscusandolo, nè alleggerendolo. Dante ha seguito quì il Testo Ebreo, che ha il futuro Hodia cha (Cognitum faciam) Faro noto, dove la Volgata ha (Cognitum feci). Ho fatto noto; sebbene è tuttuno; da che sovente nella Sacra

[ocr errors]
[ocr errors]

Scrittura l' un tempo è posto per l'altro ; questo Interprete entrato nel vero sentimento di Davide, passa tosto a spiegarlo.

(10) Questa è quasi una Correzione, come se dicesse Che dico io? ti voglio dir la mia colpa? Tu sai Signore, che te l'ho già detta: e tu, come pieno d' infinita bontà, me l' hai già condonata.

[ocr errors]

e

(41) E' qui da avvertire, che gli antichi Rimatori non solevano elidere quelle vocali che erano seguite da qualche altra aspirata, del che moltissime pruove si possono addurre, molte ne sono infatti altrove allegate (a). Ciò è manifestissimo segno, che qualche cosa nell' aspirazione face van pur essi sentire, che suppliva al tempo mancante di quella sillaba; la qual pronunzia gl' Italiani ammolliti hanno tuttavia perduta; forse per non isconciarsi con quell' incomodo.

f

(12) Il senso è: Per questa tua infinita benignità, colla quale i peccatori a penitenza ricevi, tutti i Santi ti pregheranno, che vogli con loro esser misericordioso nell' estremo Di del Giudizio. Nol pregheranno già in quel gior no perchè in esso non farà luogo ne a clemenza, ne a prieghi; ma i timorati di Dio il pregheranno ne' tempi opportuni, ne' tempi delle tentazioni, e nelle occorrenze; affinchè voglia esser loro propizio in quel giorno.

(a) Quadrio Stor. e Rag. d' ogni Poes. T. 1. pag. 665. ee.

(13) In tutto questo Salmo il Profeta, si comprende assai bene, che avea davanti agli occhi il tremendo Di del Giudizio. Però riflet tendo ai calamitosissimi tempi, che il precederanuo, ne' quali Sarà, dice Sofonia (a), tribolato lo stesso Forte; e Sarà gran tribolazione, come dicea lo stesso Redentore (b); Ah! esclama, che non tutti tra quelle tentazioni si serberanno costanti; nè tutti se la terranno con Gesù Cristo. In fatti, dicea l' Apostolo Paolo, scrivendo a Timoteo (c): Sappi, che negli ultimi giorni sopravverranno tempi pericolosi, e saranno gli Uomini amatori di se stessi, pieni di cupidigia, vanagloriosi, superbi, disubbidienti a loro Maggiori, ingrati, scellerati, senza affetto, senza pace, calunniatori, incontinenti crudeli, senza benignità, traditori, protervi, orgogliosi, e amatori delle voluttà, più che di Dio, aventi un apparenza di pietà ma alieni dalla sostanza di essa. Ed ecco perchè dice Interprete Ma gli orrori ec. cioè a dire: Ma le cose, che spaventeranno l'uomo dalla via della verità in quel di luvio di molte acque, cioè in quel diluvio di iniquità, e di errori, come bene interpreta S. Agostino (d), saranno tante, che non tutti

[ocr errors]

(a) Cap. I. v. 24.

[ocr errors]

() Matth. XXIV. v. 21.
(c) Ep. II. cap. 5 v. 1. etc.
(d) In Psal. XXXI. vers. 8.

si terran saldi incontro ad esse ; ně avranno il coraggio d'approssimarsi a colui, che si fece Uomo per noi, e disse (a): lo sono la via, la verità, e la vita.

(14) Ora se i Santi non tutti si terran forti in quel diluvio di pericoli, che farò però io, dice qui Davide, in mezzo di tante tentazioni, che, come nemici miei, mi vanno perseguitando', per farmi cadere nel male? Ecco quel, che farò, soggiunge egli e che ciascuno far dee al mio esempio. A te Signore ricorro lagrimando ec.

(15) De' miei Nemici, cioè de' Nimici dello Spirito mio, come sono il Mondo, il Demonio, e la Carne.

(16) Consummi con due M, com'è chiaro per le voci, che con quella consuonano e qui è tratto dal latino consummare usato da Cicefone, da Plinio, e da altri, che vale Condur→ re a fine, o Finire; è derivato da Summa che vale Ristretto, Somma, è da Con; quasi dica: Non consentire Signore, che la potenza de' miei Avversarj mi finisca, mi uccida ec.

[ocr errors]

(17) Non si avrà in quel Regno fame, non sete, non caldo ec., dice Isaia (b); perchè ivi è la pienezza di tutti i beni, senza mancarne pur uno; onde la beatitudine fu da Dio stesso diffinita Ogni bene (c).

(a) Joan. cap. XIV. n. 6.
(b) Cap. XLIX. v. 10.
(c) Exod. XXXIII, v. 19.

« ZurückWeiter »