Abbildungen der Seite
PDF
EPUB

a

tura non si debbono senza grandissimo fondamento immaginare; perciocchè a molti in convenienti potrebbono a poco a poco aprir larga via. Alcuni Greci Padri per tanto, salvar ogni cosa, stimarono, che Davide, nel compor questo Salmo, fosse da due diversi suggetti come occupato; l' uno de' quali fosse il suo Peccato con Bersabea ec.: l''altro fosse la Cattività del Popolo Ebreo in Babilonia. lo per dir quel, che sento non veggo necessità veruna d'avere a tal non fondata e sforzata interpretazione a ricorrere. La Chiesa ha ognora stimato, che Davide toccato nel suo cuore da Dio, dopo l''ammonizione da Natano lui fatta, questo Componimento dettasse tale, qual è, per un umile confessione della sua colpa, implorando la divina pietà. Nè l'intera interpretazione di esso giusta tal senso riesce o malagevole, o impropria, come si può qui vedere.

[ocr errors]

La proposizione di questo Salmo è una Supplica, nella qual Davide prega il Signore ad usare con esso lui misericordia, non qualunque, ma grande, perchè di molte miserazioni vorrebb' essere graziato. O Signor mio, o Padre ec. La prima di esse è, che gli mondi l'anima da ogni colpa; e la sua grazia gli renda. E pur per la infinita ec.

30

[ocr errors]

1

Ma questa remissione della sua colpa l'aveva gia Davide intesa da Natan, poiche a lui coirfesso il suo peccato (a). Passa più oltre qui egli, e prega d'esser Vie più giustificato per una maggior infusione di grazia; onde tollo il cattivo abito, e mortificata la concupiscenza, l'anima sua sua si faccia davanti a Dio più bella, e contra le tentazioni più forte. To prego ancora, che ec. E io vi prego di ciò, dice egli al Signore, perchè conosco la inia malizia e mi sta nella mente impresso il fomite del peccato, funestissima conseguenza del peccato d'origine, che mi fa di Spavento tremare, ch' io non ricada. Perche conosco bene, ec.

[ocr errors]
[ocr errors]
[ocr errors]
[ocr errors]

Per muovere però Dio a concedergli la prima parte di questa sua integrale, e dosua petizione, altro mezzo non ci era che una lorosa, e soddisfattoria confessione. Ed ecco ciò, che fa Davide dalle parole, In te ho io peccato ec. fino a quelle esclusivamente, O quanto gran piacer ec. Io confesso, dic'egli, d'avervi offeso perchè se io dicessi altramente, sarci un mentitore: il che è quello, che insegnò dappoi l' Apostolo S. Giovanni:

(a) Lib. II. Reg. cap. XII. n. 13.

sentivano

[ocr errors]

༤༢ མ།།

ela

67

la verità nou

[ocr errors]
[ocr errors]

è ini

che se noi diremo di non avere peccato, noi ci seduciamo; e not (à). Ma i Santi costumarono ognora di con fessare non pure i delitti certi, ma gli sregolamenti ancora delle passioni, e i moti, che in se senza esaminare, se vi aves-a secon sero o poco, o molto, o niente ancor consen tito. Persuasi, che l'abbisso della nostra miseria invoca l'abbisso della divina misericordia, aggravavano la loro indegnità, per provocare vie più la divina misericordia, come fanno i poveri, che si mostrano più infermi dr quel, che sono per provocare le genti, a far loro maggior immosina. Perciò dice. Davideo nelle iniquitadi son concetto ec.1 confessovi tale mia miseria; perchè voi, antate il vero. E ciò quanto all' integrità Quanto al dolo bisogna riflettere, che quelle parole, In te ho io peccato solamente,‹ non importano precisamente ciò che suonano elleno al primo aspetto; perchè così meramente considerate potrebbono infino riputarsi per mancanti di verità. Nel vero non pur contra Dio aveva egli peccato, ma peccato avea altresì contra Uria ucciso, contra Bersa

e

2

2

[ocr errors]

to

(a) Ep. L. cap. I. n. 8.

A

[ocr errors]

bea violata, e contra il Popolo scandalezzato; tutte iniquità, che li rinfacciò nella sua ammonizione Natano. Ma vogliono esprimere. quello, che a lui ne' suoi falli doleva. ch' era Iddio offeso, come ben penetra più, penetrò Teodoreto. Questo pensiero occupando profonda-. mente la considerazione di Davide, una moglie. violata, e un marito ucciso gli parevano un nulla; perchè infatti l'offesa della creatura è un nulla rispetto a quella del Creatore. Che poi tale sia il legittimo senso di dette, parole si fa manifesto da ciò, ch' esse altro. non sono, che il semplice, Io ho peccato davanti al Signore (a), che aveva prima egli detto dopo la riprensione a lui fatta da Natan, dopo il quale udi tostamente dal Profeta intonarsi la remissione, e il perdono,che Dio gli dava delle sue colpe. Ora è certo, che Dio non ha promessa, nè concede nella presente provvidenza la grazia giustificativa, che alla carità. Bisogna adunque confessare, che quelle parole, Io ho peccato contra il Signore, esprimessero un vivissimo Atto di perfetta contrizione, per lo quale ottenesse immantinente di essere giustificato. E come

.

(a) Lib. II. Reg. cap. XII. n. 9, 10, 14.

3

quelle parole non sono, che queste, che in tal suo Salmo di penitenza ei replica; così chiaro è a conchiudere, che le medesime qui pure esprimono una interiore e profonda contrizione. Questa sua contrizione apparisce anche più da quelle parole, O quanto mi rin cresce ec.; dove il Profeta aggiunge per motivo del cordial suo dolore ingratitudine sua al Signore, che dello spirito di pro fezia l'avea riempiuto, della conoscenza dei suoi misterj, e delle verità più nascose. Finalmente quanto alla soddisfazione, Davide sa, peva benissimo, che Dio rimette a' veri penitenti le pene spirituali, ed eterne, senza tuttavia rimetter loro le pene di questa vita, e le sofferenze del corpo. Ed era sì pieno nel suo interno d' un umile amore verso questa pietosa severità, colla quale li tratta, che senza punto cercare di esentar se medesimo, anzi egli stesso protesta di volere, quando Dio il degni della sua amicizia, farne una spontanea penitenza, mortificare i proprj appetiti, e vie farsi santo: Io son disposto a far cc,

T

[ocr errors]

La mancanza d' orazione è il principio d'ogni caduta, e la perseveranza nel bene è un dono, che non si concede, se non a chi

« ZurückWeiter »