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prega, come dice S. Agostino (a). Davide a-. dunque, per impetrare questa perseveranza, chè il precipuo scopo della seconda parte della sita Supplica, mette in opera il detto mezzo: E perche Dio sovente in pena de peccali cornmessi lascia cadere in altri, il ripre ga però da principió umilmente, che si vor glia affatto dimenticare delle sue colpe, e sterminarne dall' animo suo ogni vestigio. Lat domanda è grande, ma a muoverlo, con ac corto e bell' artifizio gli mette davanti la sua dolcezza, e facilità in perdonare, e la gloria, chindi gliene deriva dagli Uomini; Oh to grant piacer ec. Indi passa a caldamente pregarlo, accompagnando sempre la sua ora-, zione con umiltà, e fervor singolare: OȘignor mio volgi ec. Aila bontà di Di Dio in perdonare aggiunge per secondo motivo a moverlo la sua gratitudine, per cui si dimostræ prontissimo a rifare lo scandolo: Signor se tu fai questo ec.

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***Per couchiuisioné Poi di questo sno Sal

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mo^entra il Profeta in una specie di Coufutazione. E potrebbe alcun dire, dice egli perchè, o Davide non offerite voi, ad impe

() Lib. de Eccl. Dogm.

3.

trar queste grazie vittimes a sacrifizj? Per-l chè, risponde, il vero sacrifizio è il cuore contrito e questo è quello, che Dio vuole a da me al presente. Eglimi parria fare ec. dove accenna, che fuomo non si giusti fica che per la carità; e che sacrifizjo de gli Antichi erano da se medesimi inutily. Perco altro, seguita egli, io sono altresì prontissi mo a glorificarlo con ogni sorta d'immolazio ne. Ed oh! permettetemi, Signore, ch' io possa stabilire la vostra Città, e fabbricarvi il Tempio, com'è l'ardente mio disiderio! Allora accetterete voi e sacrifizj e olocausti, ch' io ancora mi farò gloria di offerirvi in abbondanza, per espiazione della mia colpa, e per impetrazione di quella perseveranza, di che vi prego: Signor, fa che Sion ec.

Di questo desiderio, che Davide aveva, di edificare il Tempio, ce ne fa autentica fede la Scrittura stessa nel libro secondo de'Re al capo settimo (a); e nel libro terzo de' medesimi Re al capo ottavo (b); dal primo de' quali luoghi si trae altresì, che Gerusalemme non era allora Città di quella considerazione, a che Davide avrebbe voluto ridur

(a) N. 2, 10.

(b) N. 11, et seq.

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la, se i perpetui affari di guerra gliene aves- * sero data la comodità. Avevala egli conqui stata coll' armi alla mano, e 'per forza d'assalto soprani Gebuser. Tale per 'avventura, e certamente non migliorata di troppo dovè tenersela: benchè altre fossero le sue brame, come s'è detto: poichè Dio volle le luna, e l'altra di queste imprese a Salomone serbateja il che tutto dallo stesso Capo apparisce.

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I.

MISERERE mei Deus, secundum ma

gnam misericordiam tuam.

II. Et secundum multitudinem miserationum tuarum, dele iniquitatem meam.

III. Amplius lava me ab iniquitate mea: et a peccato meo munda me.

IV. Quoniam iniquitatem meam ego cognoSCO: et peccatum meum contra me est semper.

V. Tibi soli peccavi, et malum coram te feci; ut justificeris in sermonibus tuis, et vincas cum judicaris.

VI. Ecce enim in iniquitatibus conceptus sum: et in peccatis concepit me mater

mea.

VII. Ecce enim veritatem dilexisti: incerta, et occulta sapientiae tuae manife-· stasti mihi.

VIII. Asperges me hyssopo, et mundabor: lavabis me, et super nivem dealbabor.

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