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divini voleri: Contra questi peccati abbiam ec. Il secondo è Orazione perciocchè niuna azione meritoria non si può operare senza l'ajuto divino. E Dio ha detto (a):' Domandate e vi sarà dato ec. che segue: Io dico per entrar ec.

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con- ciò Come poi tra tutte le orazioni il Pater nostro è la più eccellente, che far si possa, sì per esserci stata insegnata da Gesù Cristo, infinita Sapienza, e primo Maestro d'orazioe sì per abbracciar essa in compendio tutto quello, che si può à Dio domandare; questa però in primo luogo ci addita; e con essa Dio invoca: O Padre nostro, che ne' Cieli ec.

ne;

che

Ma sovente la nostra indegnità può impedire, che Dio ci ascolti e però ci è uopo d'Intercessori, e di Avvocati appo Ini, deʼ quali migliori non possiam noi trovare i Santi suoi. Tra questi la Chiesa onora, come Regina de' Santi, e Madre di Dio, la Vergine Maria; dove gli altri gli considera come servidori di Dio, e al più come amici di Dio ; come egli si degnò di chiamarli (b).

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() Matth. cap. VII. v. 7.. et Lue. cap. XI. v. 9.

(b) Joann. cap. XV. n. 16.

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ARGOMENTO DEL CREDO DI DANTE.

e noi

A questa dunque il Poeta quì e se, indirizza, come alla più possente Mediatrice, e Avvocata La vergin Benedetta ec. E come la preghiera la più illustre, che si che si possa a lei porgere, è quella, che si chiama Salutazione Angelica; per essere in buona parte dallo Spirito Santo stesso nell' Evangelo dettata, e compiuta per fine dalla ChieSa sua Sposa con questa però pone egli Dante il compimento alla sua Professione di buon Cristiano, o sia al suo Credo.

Nè è quì da tacere che perchè niun dubitasse, che questa divina Opericciuola era veramente sua di questo illustre Poeta, volle egli premetterle un preambolo, quasi autentica, o sigillo per farcene fede. Nel che pretese forse egli d'imitare il sua Duca Virgilio, il quale ad autenticare, che l'Eneida era suo lavoro vi pose, al giudizio di alcuni, quel picciolo Esordio, Ille ego, qui quondam ec.; come che i Critici in oggi il reputino per supposto da Vario e Tucca, o da altro antico Gramatico.

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Lo scrissi già d'amor più volte rime (1),
Quanto più seppi dolci, belle, e vaghe;
E in pulirle adoprai tutte mie lime (2).
Di ciò son fatte le mie voglie smaghe (3);
Perch' io conosco avere speso in vano
Le mie fatiche,ed(4)aspettar mal(5)paghe(6).
Da questo falso amor omai la mano
A scriver più di lui io vo' ritrare (7);
E ragionar di Dio
, come Cristiano (8).

I。

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credo in Dio Padre, che può fare Tutte le cose; e da cui tutti i beni Procedon sempre di ben operare (9). Della cui grazia Terra, e Ciel son pieni (10): E da lui furon fatti di niente, Perfetti, buoni, lucidi, e sereni. E tutto ciò, che s'ode, vede, e sente, Fece l'eterna sua bontà infinita

E ciò, che si comprende con la mente. ・ E credo, ch' ei l' umana carne

e vita Mortal prendesse ne la Vergin santa, Maria(11),che co'suoi preghi ognor ciaitar 25 E che l'umana essenza tutta quanta

In Cristo fosse nostro, santo, e pio (13), Siccome Santa Chiesa aperto canta (14).

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