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QUESTI Salmi sono così appellati, perchè es

sendo stati composti dal Santo Re Davide per uno spirito singolare, dopo che, ravveduto de' suoi eccessi, a penitenza si volse, furono d'infra gli altri dalla Santa Chiesa trascelti, e in un posti, perchè potessero servire d'instruzionė, e di norma a' coloro, che avessero avuta la disgrazia medesima di quel Re, di cadere in peccato. Nè fu tale trasceglimento di essi fatto, o tal luogo in ordine loro dato per accidente, o per caso: ma fu savissima provvidenza di Dio, che la predetta Chiesa sua sposa dirige in ogni cosa, e governa.

Poichè un Reo è caduto nelle mani della Giustizia, tre affetti gli cadono immantinente nell'animo. Il primo è timore di qualche imminente castigo: il secondo è compassione del misero stato, in cui è posto: e il terzo è brama di trarsi di mezzo a quella miseria. Perciò egli si raccomanda; si umilia; e si pente; che è come il quarto passo, che dà egli nella sua condotta.

La severità del Giudicio, la clemenza del Giudice, e la ferocità degli Avvrsarj sono quasi tre stimoli, che eccitan il Reo a vie più insistere per la remissione: l'uno eccitando in esso spavento; l'altro animandolo alla speranza; e il terzo conciliandogli la compassione.

A misura di tali passi per divina disposizione furono questi Salmi dalla Chiesa ordinati. E nel primo cerca il Penitente di rimover da se il più terribile de' castighi. Nel secondo esagera il suo misero stato, per rincontro a quello de' Giusti. Nel terzo, considerata la necessità di convertirsi per uscire di tale stato, se n'eccita, e se n'infiamma la voglia. Nel quarto confessa la colpa sua umilmente; con sentimento di dolor la ritratta; e ne chiede il perdono. Negli ultimi tre, sollecita, e insta per lo stesso perdono: nel quinto rappresen→ tando il suo spavento per la terribilità del Giudizio: nel sesto dimostrando la sua fiducia nella bontà del Giudice: e nell' ultimo procurandosi la compassione, con esporre principalmente l'arroganza de' suoi Nimici. Queste cose ci parranno ancora più chiare nell' esposizione de' medesimi

I.

Domine ne in furore tuo arguas me etc.
Psal. 6.

IL titolo, che porta in fronte questo Salmo il

quale nel Salterio è in ordine il sesto, è Per l'Ottava. Ma ciò non vuole altro dire, salvo che esso fu lavorato, per cantarsi al suono di quella Cetra, che, per aver otto corde, era dagli Ebrei chiamata Ottava; e lascia quindi indeciso, ed ignoto il motivo, per lo quale fu composto. Tirando adunque ad indovinare, diversi Interpreti stimarono, inerendo a' Rabbini, che fosse sì fatto Salmo dettato da Davide, per occasione d'una mortale infermità, da Dio lui mandata, poich'ebbe con Bersabea peccato. Ma questa è vana immaginazione, e dicevole appunto a'deliranti Rabbini. La Sacra Scrittura (1) abbastanza dichiara, qual pena esigesse Dio da quel Re per

(1) Lib. Reg. II, Cap. 12. Vedi il Vol. 403 della Biblioteca Scelta, pag. 143 e seg.

lo suo reato; nè in verun luogo fa essa menzione di morbo alcun coporale, che gli mandasseQue' poi, che non seguitano la predetta opinione, sono contenti di dirci, che la Santa Chiesa ha riguardato ognora questo componimento, come opportuna orazione d'un Anima peccatrice, che cerca pentita di riconciliarsi con Dio: onde il primo l'ha essa posto de' sette chiamati Penitenziali.

Io son persuaso, che questo Salmo fosse composto veramente da Davide, poich' ebbe con Bersabea peccato: e basta il leggerlo, per esserne pienamente convinto. Ma un alto insegnamento di più ha in esso lo Spirito Santo coperto, che non hanno altri osservato. Due generi di castighi ha Dio, co' quali suole i peccatori punire: gli uni corporali, che sono le disgrazie, le malattie, la povertà, e simili: gli altri spirituali, tra' quali il più tremendo, che adoperi, è di permettere, che, in pena de'peccati commessi, ricada il peccatore in nuovi altri. Da questo terribil castigo prega in questo Salmo il Santo Davide Iddio, che esimer lo voglia. E perchè questo è quello, che più importare ci dee, e più spaventare d'ogni altra pena: però la Chiesa da Dio spirata, ha questo Salmo tra' Penitenziali locato il primo.

La Constituzione di sì fatto Salmo è tale. Si

gnore non mi castigate come Giudice con collera, lasciandomi cadere in mano de' miei tentatori, il Demonio, il Mondo, e la Carne: ma correggetemi, come Medico, con amore; più tosto mandandomi delle tribulazioni, e de' guai. A muover però Dio a esaudirlo, varie ragioni produce altre delle quali sono tratte dalle cagioni; altre dagli effetti. Le prime son due: l' una è la misericordia di Dio: Io son ben certo ecc. l'altra è la sna fiacchezza: Aggi pietade ecc. Le seconde sono similmente due: la prima è, che il Signore non perdonandogli, mancherà di sue lodi: Perchè se meco ecc. La seconda è, che perdouandogli, ne farà egli Davide penitenza: Se tu discarghi ecc. A muovere però vie più Dio ad esaudirlo, confessa con ogni umiltà il suo demerito: e quasi questo egli opponendo a se stesso: è vero, dice, ch'io non dovrei essere esaudito: Ma quando io considero. Ciò non ostante sciogliendo questa sua opposizione, e paura, sul riflesso dell' infinita bontà Divina: Voi, dice, m'esaudirete però, o Signore, per la somma vostra benignità.

Ma Davide non era solamente gran Santo, e pieno di vivissima fede: ma era ancora gran Poeta, e pieno di altissimo estro. La conchiusione, nel modo predetto allegata, avrebbe reso prosaico, e cascante il Componimento. Egli con una

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