Vie et pontificat de Léon X, Band 3chez Le Normant, 1808 |
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atque auroit avoient avoit Bembo Bibbiena cardinal carmine Chap Chap.XVI Christi cujus cùm d'Ital d'Urbin devoit duc d'Urbin Ecclesiæ écrits ejus enim etiam étoient étoit Flaminio Florence Fracastor François Ier Guicciard hæc Hippolyte de Médicis illi Ital Julien de Médicis l'Arioste l'Église latins Laurent de Médicis Léon Léon X lettre Ligue de Cambrai littérateurs Luther Lutheri maison de Médicis Maximilien Mazzuchelli ment mihi Milan monarque n'avoit Navagero nobis nunc omnes omnia omnibus Papæ pape paroît poëme poésie poëte Pont pontificat Pontificis posse Postumo pouvoit præ prince quâ quæ quale quàm quibus quid quidem quod quoque Rome Ruccellaï s'étoit sacré saint-siège sainteté Sancti Sannazar semper seroit Storia della Lett suæ sujet sunt super talents tamen tempore tibi tion Tiraboschi Trissino troupes tuæ Venise verò vitá Leon XVII
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Seite 571 - Dominus conservet eum, et vivificet eum, et beatum facial eum in terra, et non tradat eum in manus inimicorum ejus.
Seite 223 - E poi fnggì senza aspettar settembre : Venne il dì che la Chiesa fu per moglie Data a Leone, ed a le nozze vidi A tanti amici miei rosse le spoglie : Venne a calende, e fnggì innanzi a gl' idi Fin che me ne rimembre, esser non puote Che di promessa altrui mai più mi fidi.
Seite 520 - Único molto spesso: et esso è piu caldo mit' ardore antico suo, che dice essere ardore di tre lustri e mezzo, che giamai : et più che mai spera hora di venire a pro de' suoi disii, massimamente essendo stato richiesto dalla Signora Duchessa di dire improviso, nel quale si fida muovere quel cuor di pietra intanto, che la farà piagnere, nonche altra.
Seite 520 - Ben vorrei che ci poteste essere, che son certo dirà eccellentemente. Raphaello, il quale riverentemente vi si raccomanda, ha ritratto il nostro Thebaldeo tanto naturale che egli non è tanto simile a sé stesso quanto gli è quella pittura. Et io per me non vidi mai sembianza veruna più propria. Quello che ne dica & se ne tenga M.
Seite 522 - ... occupazioni, mai non si lasciò talmente impedire che non scegliesse tanto spazio di tempo, che potesse leggere alcuna cosa; e sapendo eziandio che la Tragedia, secondo Aristotele , è preposta a tutti gli altri poemi, per imitare con soave sermone una virtuosa e perfetta azione, la quale abbia grandezza; e come Polignoto antico pittore nell...
Seite 491 - Alma ferma in lui le luci pronte. Fuga le nebbie, e la terrestre mole Leva da me, e splendi in la tua luce ; Tu se' quel sommo ben, che ciascun vuole. A te dolce riposo si conduce, E te come suo fin, vede ogni pio ; Tu se' principio, portatore, e duce, La vita, e '1 termin, Tu sol Magno Dio.
Seite 510 - Christi fidelibus, qui, caritate iungente, membra sunt Christi, sive in hac vita sint sive in Purgatorio, Indulgentias ex superabundantia meritorum Christi et sanctorum, ac tam...
Seite 490 - L'anima in mezzo del gran corpo, donde Conviene in tutti e membri si diffonda. Ciò che si muove, non si muove altronde In sì bello animale ; e tre nature Quest' anima gentile in sé nasconde.
Seite 524 - ... muover questa, nasce dal dolore, ed il dolore manda fuori non pensate parole, onde la rima, che pensamento dimostra, è veraramente alla compassione contraria.
Seite 523 - Popolo, s' ella fosse in altra lingua, che Italiana, composta ; et appresso i Costumi, le Sentenzie, et il Discorso non arrecherebbono universale utilitate, e diletto se non fossero intese dagli ascoltanti. Si che per non le torre la Rappresentazione, la quale (come disse Aristotele) e la piu dilettevole parte de la Tragedia, e per altre cagioni, che sarebbono lunghe a narrare, elessi di scriverla in questo Idioma.