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ARGOMENTO DEL SALMO II.

Beati quorum remissae sunt iniquitates etc.

Psál. 31.

It Grozio fu di parere, che fosse stato

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questo Salmo composto per la Festa dell' universal Espiazione, alla quale dovevano tutti gli Ebrei intervenire. Ma questa opinione non è più fondata, nè più vera, che quella che questo medesimo Salmo reputa fatto in persona d'Adamo, allora che fu a penitenza rivolto. Il sentimento quasi comúne de' Padri, e degl' Interpreti è, ch' esso fosse da Davide scritto, dopo che ripreso da Natan del suo peccato commesso con Bersabea riconobbe egli umilmente il suo fallo; e n' ebbe il perdono. Il titolo che gli è posto in fronte n'è quasi una pruova, il quale è, Ipsi David intellectus; come se si dicesse: Salmo di Davide; poichè gli occhi dell' intelletto gli furono aperti a conoscere la sua colpa.

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Пl suggetto di questo Salmo è, che beati sono coloro, i quali si trovano davanti a Dio posseder la sua grazia. Conferma l'assunto il Profeta con due pruove : la prima delle quali è lo stato miserabile, e inquieto di chi è in disgrazia dello stesso Iddio: la seconda è la singolare benignità dello stesso Iddio in accogliere con facilità, e in ben trattare coloro, che a lui ritornano. Dalla Confermazione del suo pensiero passa indi quasi a una spezie di Confutazione e all' opporsi, che è difficile il mantenersi nell' amicizia di Dio per li molti impulsi, che dati ci sono a cadere nel male, risponde con proporre tre rimedj. II primo è l'orazione a Dio: il secondo è la considerazion de' gastighi destinati a' peccatori; il terzo è la considerazione de' premj destinati a' giusti.

È il vero, che Davide non era un seccativo Sofista, da proporre i discorsi suoi in modo asciutto, ed esile. Era un esimio Poeta, che l'Arte della Poesia maestrevolmente possedeva, e in grado tanto più alto, quanto che dallo Spirito del Signore gli era stata messa in capo, e divinamente infusa. Ora siccome, giusta gl' insegnamenti altresì d' Aristotile, i gran Poeti provano,,, non con ragioni, che è il filosofico fare, ma con esem

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che sono i più efficaci a muovere gli animi; così Davide volle ciò praticare in questo suo Salmo; se medesimo proponendo in esem pio di tutto quello, che voleva altrui per

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suadere.

E in primo luogo espone la sua Proposižionė, che distende ad ogni classe di quelli, che posseggono la grazia divina. Beati quelli, achi ec. Passa indi alla prima praova, clie è la miséra, e lagrimosa condizione del peccatore e in se la dimostra, narrando quello, che gli era avvenuto nell' infelice suo stato di colpa: Ma io avendo innanzi ec. Il medesimo ei pratica nell' addurre la seconda pruoh? e la dolcezza, e la facilità con lui da Dio usata ei mette maravigliosamente davanti agli occhi: Ma ord, che dal Viso tu m' hai toli

to ec:

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Dalla predetta Confermazione 'fa poi egli trapasso ad opporsi, che non tutti verranno à tenersi in grazia di Dio, per gli orribili tentativi, che avranno a cadere nel male. Ma gli orrori degli Uomini ec. e tuit e tre i suddetti rimedi, che propone, in se stesso ce gli dimostra. A te Signor ricorro ec.: ed ecco il primo, dove ci fa conoscere in se, 'che se noi Dio pregheremo daddovero, egli non pure ci insegnerà la diritta via,

ma ci scorgerà ancora a mano per quellą ; quando pure non vogliamo esser restii, come bestie, quando ombrano. E su questa infinita bontà è, che riflettendo il Santo Profeta, esce in quel bel trasporto d'affetto, o Signor mio, o singolar ec. Gli altri due rimedj ei li ci mostra pur nel suo esempio; così soggiungendo: Ma io son certo, ed informato ec.: donde come fatto certissimo del suo Assunto, passa per conchiusione a ripeterio; rallegrandosi dirò così co' medesimi Giusti, e animandoli a starsi giocondi, e lieti. Ed imperò voi ec.

Per contenere però questo Salmo insegnamenti molto istruttivi per quelli, i quali sono per lor mala sorte caduti in colpa mortale, fu a ragione da S. Gregorio, e da altri, tra' Penitenziali annoverato. Anzi siccome quello, che tutto versa in condurre un colpevole a riconciliarsi con Dio per vía di fargli toccar con mano la sua miseria, ond è involto per lo peccato; e a segnargli i convenienti mezzi di tenersi stabile in grazia; la Santa Chiesa avvisatamente giudicandone, gli ha dato fra gli altri il secondo luogo.

V. Delictum meum cognitum tibi feci: et in

justitiam meam non abscondi in

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VI. Dixi: Confitebor adversum me injusti tiam meam Domino et tu remisisti impietatem peccati mei.

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VII. Pro hac orabit ad te omnis Sanctus in tempore opportuno.

VIII. Verumtamen in diluvio aquarum multarum ad eum non approximabunt.

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IX. Tu es refugium meum a tribulatione, quae circumdedit me: exultatio mea erue me a circumdantibu's me.

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